Codice a barre, entro fine 2027 i nuovi barcode saranno realtà

Gestire in modo efficiente e sicuro tutti i dati dei prodotti sempre più numerosi: con il barcode 2D, GS1 risponde alle nuove esigenze di mercato e accompagna le aziende in una transizione di cui beneficerà tutta la filiera, migliorando l’esperienza dei consumatori, dei brand e dei distributori. Pubblicate le linee guida sulla migrazione al 2D per supportare i retailer

Dati sulla tracciabilità e la sicurezza, ma anche sulla sostenibilità, sulle caratteristiche nutrizionali e sulla composizione del packaging: sono solo alcune delle informazioni sui prodotti di largo consumo che oggi sono diventate indispensabili per i consumatori e che possono anche permettere a produttori e retailer di migliorare i loro processi. Una mole di dati, spesso dinamici, che richiede un “upgrade” del tradizionale codice a barre, supporto insostituibile per il sistema economico globale. Un’esigenza reale a cui GS1 Italy risponde supportando le aziende nella transizione dal classico codice a barre 1D (lineare) al nuovo e più capiente codice a barre 2D (bidimensionale).
In quest’ottica GS1 Italy ha realizzato Codici a barre 2D al punto vendita, la guida introduttiva a supporto della migrazione al codice a barre bidimensionale, per agevolare una transizione graduale e volontaria all’utilizzo, in particolare all’interno dei punti vendita al dettaglio. Adottando i suggerimenti contenuti nel documento, le aziende della distribuzione possono pianificare le implementazioni 2D nella maniera ottimale riducendo al minimo gli impatti sui processi aziendali esistenti e riuscendo ad abilitare gli scanner dei punti vendita alla lettura e all’elaborazione anche dei codici a barre 2D, oltre che di quelli lineari. Fedele al suo ruolo di motore di innovazione del mondo del largo consumo (e non solo), tutta la community mondiale GS1 si è data l’ambizioso obiettivo di realizzare questo switch entro la fine del 2027.

“La migrazione al 2D è uno dei punti fondamentali della strategia GS1 dei prossimi anni e noi stiamo attivamente lavorando per affiancare le imprese in questa importante evoluzione, una transizione che coinvolgerà tutta la supply chain e gli stessi consumatori – commenta Andrea Ausili (foto a sinistra), standard development director di GS1 Italy – Il codice a barre ha ormai 50 anni ed è nato dall’esigenza di identificare i prodotti rapidamente e senza errori. Ma oggi i bisogni sono cambiati e le informazioni da gestire sono molte di più. Inoltre, si tratta spesso di dati dinamici e che, per essere trasmessi, possono richiedere il collegamento a una pagina web, come accade con i QR code presenti su molti packaging. Il codice a barre 2D è la risposta a queste esigenze poiché facilita la raccolta e la gestione di una notevole mole di informazioni, anche dinamiche.”

I CODICI 2D VISTI DA VICINO
I codici a barre bidimensionali si chiamano così perché l’informazione è codificata sia in orizzontale che in verticale. Sono codici più piccoli, privi di barre e spazi perché costituiti solo da un’alternanza di punti, che veicolano molti più dati e la cui lettura è ritenuta più affidabile e meno soggetta a errori. I codici 2D possono includere più dati rispetto all’attuale codice a barre lineare EAN-13 (come GTIN, data di scadenza, numero di lotto o numero di serie, ma anche link per collegamenti a pagine web con informazioni su ingredienti e allergeni, foto e video dei prodotti, recensioni, ecc.). Il codice a barre 2D di GS1 ha una duplice forma:
– GS1 DataMatrix: un codice a barre 2D costituito da “celle” o punti bianchi e neri disposti in uno schema quadrato o rettangolare, noto anche come matrice. Data Matrix permette di correggere gli errori e fornisce tutele e funzionalità aggiuntive per la gestione di simboli stampati male o danneggiati. Presenta numerosi vantaggi come il design compatto e sono disponibili diverse varianti rettangolari per adattarsi a superfici strette o curve.
– QR code: un codice a barre 2D costituito da “celle” o punti bianchi e neri disposti in uno schema quadrato o rettangolare, noto anche come matrice. I QR code sono riconosciuti dal consumatore e dalla maggior parte delle fotocamere per smartphone, e veicolano anche il GS1 Digital Link che favorisce l’indirizzamento del consumatore su pagine web informative. Per poter essere letti, richiedono però uno scanner a immagine.

CODICE A BARRE 2D: COSA CAMBIA PER LE AZIENDE
Passando al codice a barre 2D, le aziende adottano uno standard testato e riconosciuto a livello internazionale che offre maggiore efficienza nella gestione e trasmissione delle informazioni di prodotto lungo la filiera fino al consumatore. Possono quindi usufruire di best practice che emergono a livello internazionale e di confronti con esperti che ne supportano l’adozione. Inoltre, l’uso del QR code contenente un GS1 Digital Link consente di soddisfare alcuni regolamenti normativi (come le informazioni sullo smaltimento del packaging o le informazioni nutrizionali del vino). Per supportare l’adozione del codice a barre 2D, GS1 Italy sta coinvolgendo i solution provider in modo da offrire soluzioni software e hardware per tutte le aziende. Per quanto riguarda l’hardware il passaggio da una lettura laser a un’immagine può rivelarsi semplice, visto che, in genere, gli scanner attualmente già in uso sono predisposti anche alla lettura dei codici 2D. Dove occorre innovare è invece in ambito software visto che oggi lo scanner legge solo l’EAN-13. Occorre, quindi, un software più intelligente, in grado di leggere e trasmettere più dati. Dal punto di vista dei fornitori, la sfida sarà aggiungere un codice a barre bidimensionale sul packaging e affiancarlo all’EAN-13. La complessità dipenderà anche dai dati da codificare (i dati dinamici sono più complicati da gestire) e dalle modalità di confezionamento del prodotto.

A cura della Redazione