Negli ultimi tre anni gli headquarter aziendali si sono dapprima svuotati, con conseguente isolamento delle persone e polverizzazione delle organizzazioni, e successivamente ripopolati mixando vecchie e nuove esperienze. Da un recente convegno OLMeet emerge che oggi siamo nella fase in cui occorre rivedere l’ambiente di lavoro alla luce di un disegno organico e lungimirante
L’ambiente lavorativo costituisce un asset strategico per la generazione di valore, la trasmissione della cultura aziendale, l’impulso all’innovazione e alla fidelizzazione dei dipendenti. Per questo occorre saper cogliere e concretizzare le nuove istanze che ne orientano la configurazione e la gestione: appare ormai acclarato come la presenza in ufficio debba trovare nuove motivazioni e consentire quell’arricchimento che le persone non trovano nel lavoro da remoto. Il tema è stato affrontato nel corso del Convegno OLMeet, organizzato dalla rivista Officelayout di Soiel International e svoltosi al Palazzo delle Stelline di Milano lo scorso 15 marzo, in cui diversi attori della trasformazione degli spazi-ufficio nell’era dell’hybrid working (autorevoli esperti di organizzazione aziendale, sociologi, studi di progettazione, facility manager, ecc.) hanno fornito una panoramica delle ultime tendenze emergenti nel mondo del lavoro e nel workplace design. Un business in significativo sviluppo: secondo le stime del Centro Studi Federlegno Arredo, nell’anno 2022 l’ufficio ha generato un fatturato alla produzione di 1.392 milioni di euro, di cui 801 destinati al mercato nazionale, con un incremento del 17,9% sull’omologo dato 2021 e una progressione di 9,9 punti percentuali sul risultato 2019.
OPTARE PER UN TAGLIO ESPERIENZIALE
L’ufficio potrà tornare a essere la rappresentazione privilegiata delle dinamiche lavorative solo se saprà offrire nei suoi spazi fiducia e interrelazione. Per questo, gli ambienti di lavoro di nuova generazione dovranno risultare accoglienti, identitari e funzionali a favorire la collaborazione e la socializzazione tra le persone. Attualmente la messa a punto degli spazi lavorativi deve fare i conti con l’ibridazione di concetti contrapposti, quali condivisione-privacy, fisico-digitale, operatività-ricreazione: in tale ottica, il design deve focalizzare la cosiddetta “employee experience”, allestendo ambienti confortevoli per posizione-luce-suono e capaci di presentare assonanze con gli spazi domestici, così da favorire un benessere a 360°. Ma gli uffici ideali sono anche spazi identitari progettati per l’interazione sociale, la collaborazione e la costruzione di relazioni ed esperienze: per questo è opportuno creare ecosistemi fertili, luoghi organici di aggregazione e di comunità orientati alla creazione del valore.
Fra gli altri trend evidenziati nel Convegno si segnalano il rilevante ruolo del verde, che suggerisce la definizione di progetti biofilici con soluzioni innovative e sostenibili, e l’importanza della gestione smart delle reti aziendali. Un’ulteriore parola-chiave è “flessibilità”: se lo spazio di lavoro virtuale è duttile per natura, anche quello fisico dovrebbe diventarlo, ossia prestarsi a molteplici scenari di utilizzo, riconfigurandosi opportunamente a seconda di situazioni e partecipanti diversi.
A cura della Redazione